Mi sono svegliata, era ancora presto, dalla finestra la luce entrava bianca, fredda, riverbero della neve. Tutta la stanza era invasa da un alone spettrale e triste. Non un suono dalla casa, non un suono dalla strada. Avrebbe potuto essere definita: pace, ma il sentimento che si è mosso dentro di me è stato di inquietudine.
Poi ti ho visto lì, fermo, immobile, muto ai miei piedi, leggermente rivolto verso la finestra incurante di me, e mi hai fatto tenerezza.
Non ho detto nulla, tanto non mi avresti risposto, sono rimasta lì a guardarti da sotto le coperte, a pensare a te, che forse eri triste, a questi anni passati insieme, a quello che ho visto con te ed ho imparato attraverso te.
Scorrono le immagini di vita passata, la tua voce che riempie le mie giornate, colori, canzoni, viaggi in terre prima sconosciute, allegria e mestizia, e poi la vita, spicciola di tutti i giorni, e i grandi temi del mondo. Scavare nelle cose, tu mi hai fatto capire che da ogni voce si puo imparare, si cresce in ogni tempo e tu hai visto passare dolori e gioie di molte vite.
Forse nessuno ha capito che dietro a quel tuo modo di essere che pare distaccato, poco partecipe, estremamente pragmatico, dietro a quel tuo essere un po quadrato, alloggiava invece uno spirito veramente libero, democratico e attento. Tu avevi sempre una parola per tutti e bastava chiedere e tu, nel bene o nel male davi spazio a ciascuno. Avevi grandi potenzialità e noi, che ti siamo stati vicini non abbiamo saputo capirti fino in fondo. O forse non ne abbiamo avuto la possibilità.
Però io credo che un po’ delle cose con cui veniamo a contatto, anche se solo di striscio, anche se solo per un attimo, anche se pare impossibile, lascino traccia dentro di noi, e ci facciano diventare quello che si è. Forse sei triste per questo, in fondo pensi di essere stato inutile e che quelli più giovani di te possano dare e avere molto di più di quello che hai dato e avuto tu.
E invece dovresti essere contento della tua vita passata. Hai conosciuto molti e ti hanno dato tanto. Molti che adesso non sono piu con noi ma che hanno arricchito la nostra vita di esperienze e punti di vista liberi, anche grazie a te.
Ora sei lì , muto, sembri senza vita. Ma io ti ho amato, anche se adesso sei vecchio.
Mi alzo, in questa stanza fredda, in questa aria triste e ti tocco, ma tu non reagisci, ti tocco ancora piu forte, tu emetti un piccolo suono, quasi un lamento, forse ti ho infastidito, forse sai qualcosa che io non so. Resti ancora muto quasi ci pensassi un attimo, e d’un tratto ti illumini e davanti mi trovo la faccia di Berlusconi, finto, truccato, una maschera sorridente e sfacciata “…perchè noi siamo il partito del fare, il partito dell’amore…”…. una scarica d’interferenza attraversa lo schermo, per un attimo tutto s’incasina, e capisco che sei tu che ti ribelli, tu che non vuoi essere ancora usato così, biecamente, Tu che hai tutto il diritto di svalvolare. No. Non posso farti questo, hai diritto di riposare in pace. Schiaccio il bottone e ti accarezzo lo schermo di nuovo grigio. Stai sereno, almeno tu, mio vecchio televisore.