il filo

Ho tentato piu volte di seguire il filo del pensiero che è partito dall’osservazione casuale di un paio di signore incrociate al bar ieri dopo pranzo, quelle signore dall’età indefinibile ma che comunque non classificheresti mai come giovani ma nemmeno di mezza età.  Quell’invidia che mi assale ogni volta che vedo mani curate, capelli curati, vestiti ricercati. Mi dovrei dare pace una buona volta e il filo dei pensieri mi riporta all’attuale, alla contingenza, ai problemi veri, anche gravi, e mi assolvo nella convinzione  che le signore così hanno sicuramente qualcuno che le solleva dalle problematiche quotidiane.
Il filo si interrompe e riparte osservando altre realtà, altre certezze, e mettendo avanti le priorità, perlopiù altrui.
Viene fuori che certamente c’è qualcosa di sbagliato in me. profondamente sbagliato, forse ha ragione la Clio, è tutta colpa delle suore. O forse è solo carattere, o forse non è nemmeno giusto dare la responsabilità a terzi. Anche perché è inutile.
Ed allora il filo riparte. Certo avere l’apprezzamento di chi sta intorno è importante, ma quand’è che in questa società è diventato basilare? E poi da basilare è diventato identificativo e poi  imperativo e da lì problematico e da problematico è diventato inarrivabile. Almeno per me.
Ho pensato a mia madre con le sue mani mai curate, con i suoi calli, con le sue dita mozze o col suo viso sempre struccato, mentre il filo cerca di chiudere il cerchio trova altre anse, altre vie, include e si allarga, avrei potuto sguazzare in ricordi di adolescenza, modelli femminili popolari, sguaiati, ignoranti rivendicare la mia capacità di parlare decentemente di scrivere con compostezza, di pensare in maniera logica e schietta, il mio essere simpatica, aggregante, ricercata. Ma il filo non si chiude ancora e pare non bastare il mio voler essere sincera. Avrei potuto chiamare a mia difesa allora il lavoro, le responsabilità, la casa, il marito, i soldi, gli impegni, la tiroide, i medici e le loro teorie da provare sulla mia pelle, avrei potuto aggrapparmi alla pigrizia vera o presunta, avrei potuto scomodare Freud e Jung e il metabolismo basale, gli incroci casuali, gli ascendenti astrologici e il livello di cortisolo o il mio rifiuto profondo e automatico di aderire a qualsivoglia modello. Tutto lo sforzo teso ma  ingarbugliato per capire cosa c’è che non va in me.
Riperdo il filo e metto di nuovo la testa su quello che devono fare le mani, gli occhi, il pensiero. Chiudo un attimo gli occhi, spaventata dal non vederne la fine.Spaventata dal capire.
Non è un filo, sono solo frammenti di verità come gocce su un vetro. Nessuna e tutte. Aspettano solo un gesto che le unisca. E io ora non ce la faccio. Serro la gola e non ci penso.
Le cose sono semplici. Sono povera, sono banale, sono sciatta, sono stropicciata. Sono grigia.
Sono quella che sono.
Devo solo trovare la forza di smettere di starci male.

4 pensieri su “il filo

  1. Buongiorno!
    Fino all’età dei 30, ogni anno a settembre (che per me è l’inizio dell’anno!) mi facevo un discorso tra me e me, mi dicevo: “quest’anno un pochino più di attenzione al vestiario, sopratutto agli accessori, quelli da femmina, mani curate e viso in ordine, insomma diamoci una regolata”.
    Il tutto perchè guardandomi intorno mi chiedo sempre dove, le altre, trovano il tempo e sopratutto la voglia di curare i dettagli di se stessi, un po’ per spegnere la vocina di mia madre (donna ordinata, ma non certo alla moda) che mi ripeteva fino allo sfinimento “sei vestita come la figlia di nessuno” e un po’ perchè qualche rigurgito di femminilità ce l’avevo.
    Alla fine presa dai casini di scuola-università-lavoro, dai pochi soldi (perchè diciamolo fanno la vera differenza) e sopratutto dal fatto che non me ne frega una cippa (se devo proprio spendere io entro ancora in cartoleria!!!) sai che ho fatto….l’appuntamento con me stessa a settembre lo trasformato in una passeggiata per Roma e oggi, dalle coetanee già rifattissime che incontro sul lavoro mi sento dire: hai uno stile così fresco e anticonvenzionale!
    Io sono vestita uguale da 20 anni, sobriamente e consapevole del mio fisico (particolare che la gente pare dimenticare quando si veste).
    Ho un unico scopo ogni mattina: essere pulita e STARE COMODA!!!!!!!!!!

    Andiamo benissimo così!
    Da una un po’ sciatta 🙂

    ps. La mia unica borsa rimane una sacca nera, tanto poi ritorna di moda :)))

  2. giagina

    ciao pronta!
    beh ci sono giorno meglio e giorni peggio. L’altro giorno era peggissimo.
    grazie della visita!

  3. laura

    “…..prendi in mano la tua vita e fanne un capolavoro” Diceva Papa Woytila.
    ” ….e manda un pò di gente in culo” dico io.

    Si puo fare molto, molto di più di quello che si pensa ci sia possibile basta volersi bene ma non pochino…parecchio!

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