è un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo…

…intendo la padrona di casa, ospite di una cena di fine anno. Ed è così che ci si ritrova un 30 dicembre alle 8,30 in piena Ipercoop , come nella miglior tradizione italiana, dove tutti hanno la ricetta per un attacco calcistico prodigioso e per scegliere l’orario in cui uscire di casa per i grandi eventi calcolando il traffico in vista. Le chiamiamo partenze intelligenti , ma sono affidabili come il Meteo di canale 5 e non si sa come finiscono invariabilmente per farci fare la coda.

Tutto era tranquillo nel parcheggio dell’Ipercoop stamattina, le postazioni piene di carrelli erano invitanti, rassicuranti. Dentro poca gente. Entriamo con insolita calma, prendiamocela comoda. C’è così poca gente che mi sono permessa di iniziare da metà corridoio centrale, il luogo dell’acqua per poi vagare qua e là fra carta igienica e croccantini. Ma mai , mai, perdere di vista che il pericolo è dietro l’angolo. Non so come non so perchè al momento di cercare le lenticchie per la cena di domani sera ho alzato gli occhi dalla mia lista e ho esclamato “Ommioddio”.D’un tratto una regia occulta aveva suonato una sirena silenziosa proclamando ” Al mio via scatenate l’inferno” Loro erano lì.

Gli altri.

Ed assaltavano i banchi delle verdura e della frutta come se da questo dipendesse il prodotto interno lordo del Terzo Mondo. la gara all’acchiappo della nocciolina, la coda per il finocchio dell’anno. Affranta ho cercato invano di vedere dove fossero finite le famose lenticchie e dopo aver ricevuto un paio di carrelli negli stinchi da altrettante vecchiette insolenti, svicolato portapallet carichi di rifornimenti agli scaffali assaltati dalle furie, driblato promoter di alimenti probiotici, sono finalmente approdata alla desiata busta di legumi.

Nel bordello, nella calca, nel trillo dei cellulari di persone sperse che si comunivano liste improbabili di cibarie da un corridoio all’altro si è levata, d’un tratto, chiara e stentorea la voce di un commesso della Coop che stava risistemando in tutta calma, davvero ammirevole, un cumulo di mandarini.

“Ehi meu amigo charlieeee e meu amigo charlie brown charlie brown a e i o u ipsilon…. pepe pepereepe…”

Lui era già avanti, proiettato al futuro per non soccombere al presente. Io ho deciso di soprassedere.

Signori ecco a voi: l’ultimo dell’anno.

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