…avere un fornetto e non saperlo….

ogni tanto resto un attimo perplessa al tipo di comunicazione che viene fatta negli altri paesi. Ultima occasione questa campagna educational fatta in Malaysia , una specie di tutto quello che vorreste sapere sulla vagina e nessuno vi ha mai spiegato.

Certo paragonarla ad un forno autopulente non mi era mai capitato di sentirlo, anche perchè non ho idea di quale livello di forni ci siano in Malaysia. Il mio non è recentissimo e lo pulisco con frequenza ma un po di unto qua e là resta sempre.

Sto pezzetto lo casserei….insomma il paragone non mi pare felice.

L’indifferenza

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L’episodio delle mutande mi ha lasciata per un attimo frastornata , ma non è stato tanto quello, una stupida si può trovare in giro e nemmeno la mia reazione di pianto. In queste settimane ho sedimentato tante di quelle cose che francamente mi stupisco di non aver sbottato prima.

Mi sono invece un po dispiaciuta della mancata reazione di quelli intorno a me. Voglio dire una persona che non sta bene visibilmente, quanto meno in anni passati avrebbe mosso qualche vecchia signora in un “signora si sente bene?”

Mi sento bene, si , mi sento benissimo.

Invece no , la vita degli altri ci scivola accanto senza incontrare la nostra, siamo impermeabili al malessere altrui. Ormai ci facciamo solo i cavoli nostri.

Una signora, durante una mostra, ha guardato questa campagna e mi ha detto “Credevo di essere una persona che si impegna, ma ho capito che a volte non guardo”

Diamoci un’occhiata intorno.

Favela – Agenzia Leo Burnett Brazil per Akatu.org
Are you so indifferent that you didn’t even notice that this photo is upside down?

La sete, l’igiene

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L’oro blu. L’acqua. La salvaguardia dell’acqua è un tema che è sempre stato molto rappresentato in comunicazione. Inquinamento, risparmio, buon utilizzo, ma anche mancanza di acqua, pozzi per le popolazioni dell’africa. La sete. E una mancanza di igiene che noi non possiamo nemmeno immaginare.
Milioni di persone ogni anno muoiono perché l’acqua che bevono è sporca,  un bambino su cinque in Africa e questo è risaputo.

Quello a cui non avevo mai pensato è che migliaia di donne nel mondo devono lavarsi o non hanno accesso ad un posto privato dove  svolgere i naturali bisogni.
E’ una cosa a cui nessuno pensa mai. Molte di queste donne vengono rapite o violentate quando sono piu vulnerabili.
WASH è un programma per la diffusione di strutture igieniche e di acqua pulita.
Se volete saperne di più o vedere le altre campagne : http://www.wsscc.org

La fame

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In Africa si muore di fame. Per comunicare questo concetto, in genere si usano i bambini, bambini scheletriti, piangenti, impietosenti. Il bambino funziona sempre in questi casi. I bambini muovono i sensi di colpa piu nascosti.
In questa campagna, invece, non si è usato alcun bambino, si è usata la fame. La nostra ingordigia.
La prima reazione del pubblico davanti a questa immagine è lo stimolo della fame, almeno i più vedono la bistecca, vedono un barbeque, sentono quasi l’odore di brace. Poi un attimo dopo si accorgono che la bistecca è l’Africa, la fame non è più la loro ma quella dell’Africa.
Questa è una campagna famosa e del secolo scorso, datata anno 1999, eppure è uno dei pochi esempi in cui non sia stato usato un meccanismo di pietà per chiedere aiuto contro la fame in Africa e specialmente in cui non siano stati usati mamme e bambini.
L’Africa però non è solo fame, ma anche violenza, il sangue che trasuda dalla bistecca.
Un forte impatto visuale, una grafica semplice, una bodycopy praticamente inesistente.
Per me, bellissima.

German Silva, il creativo che l’ha ideata non era all’epoca nemmeno 30enne e già direttore creativo in Young&Rubicam Madrid.
Ci sono , imho, due tipi di creativi che si occupano di comunicazione sociale-quelli che lo fanno per prestigio personale e quelli che lo fanno perché ci credono.
German Silva è uno di questi. Spagnolo non ancora 40enne ha al suo attivo 350 fra premi e nomination ai festival pubblicitari internazionali, attualmente è Vicepresidente Esecutivo e Chief Creative Officer di tutte le agenzie del Gruppo Euro RSCG Worldwide ed Arnold Wolrdwide in Spagna, dopo essere stato brevemente Direttore Creativo in Armando Testa a Torino. Un talento di cui vi parlerò spesso.

George W. Bush: manda i panni…

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Ad una settimana dall’insediamento di Barack H. Obama diamo definitivamente un addio a George W. Bush.
Finalmente George potrà tornare alla vera passione della sua vita, dare da mangiare alla papere, libero lui, liberi noi. Avevo sempre sospettato che fossero due braccia rubate all’agricoltura.
Peccato era così perfetto per certe campagne. Un Giovanni Rana nato.
Ce ne faremo una ragione e, temo, non saranno molti di meno i problemi su cui concentrarci, anzi forse servirà un maggiore impegno.
E’ un peccato però dimenticare, a monito per le generazioni future, proporrò il Greatest Hits della comunicazione sociale con Special Guest , il past-president.
Addio George, non ci mancherai, come si dice a Firenze, manda i panni.

Titolo: Bush – Agenzia Contrapunto Madrid per Amnesty International

Positive influence

Qual è la prima responsabilità che dobbiamo avere nei confronti della società? Crescerla .
Come possiamo impegnare la nostra vita anche nelle piccole cose per farla migliore?
Sembrerà un ricordo da catechismo, e forse lo è , ma il cosiddetto “buon esempio” è una grande arma che noi abbiamo.
I bambini crescono accanto a noi, assorbono le nostre malizie , i nostri errori, i nostri comportamenti, li imitano li replicano, li amplificano.
Da una società disattenta, prevaricatrice, malata, io credo,ma non solo io per fortuna, nascono bullismo, dipendenze, arroganza, ignoranza.
Dobbiamo cercare di dare un buon esempio. E’ finanche banale.
Non è banale invece il pretendere il buon esempio, il rispetto e comportamenti eticamente corretti in ogni campo.
Io inizierei da chi ci comanda…ma questa è un’altra storia
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